L'immensa sputtanata a Zelig

Il blog che si sta visitando potrebbe utilizzare cookies, anche di terze parti, per tracciare alcune preferenze dei visitatori e per migliorare la visualizzazione. fai click qui per leggere l'informativa Navigando comunque in StrakerEnemy acconsenti all'eventuale uso dei cookies; clicka su esci se non interessato. ESCI
Cliccare per vederla

Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

http://indipezzenti.blogspot.ch/

https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/

Monday, April 6, 2009

L’IMMAGINE IDEOLOGICA

[commenti miei]

http://lanuovaenergia.blogspot.com/2009/04/limmagine-ideologica.html

L’IMMAGINE IDEOLOGICA

Di Antonella Randazzo





Negli ultimi anni si è fatto un gran parlare circa il crollo delle ideologie, come se oggi non vi fosse più alcuna ideologia. Si tratta di una furba propaganda che fa credere alla possibilità di affrancarsi da qualsiasi ideologia, associando ad essa soltanto caratteristiche negative. In realtà ogni persona - consapevole o meno - possiede un'ideologia, come un insieme di idee, valori e opinioni. Una convinzione religiosa può costituire una forte ideologia, così come una concezione culturale, esistenziale o politica. Il credere di non avere alcuna ideologia espone pericolosamente all'ideologia propagandata dal potere dominante, in quanto il non essere consapevoli delle idee, dei valori o delle opinioni che ci plasmano fa sì che non si faccia nulla per resistere al condizionamento esterno.
Di fatto il gruppo dominante utilizza molti metodi per imporre la sua ideologia, e il metodo più efficace è proprio quello che la mostra come “realtà”.
Probabilmente non c’è periodo storico più ideologizzato di quello attuale. Infatti, oggi moltissime persone sono diventate incapaci di individuare lo scarto fra ideologia dominante e altre possibilità di arbitrio, identificando i contenuti della propaganda come l’unica realtà possibile o “legittima”.
Oggi qualche studioso parla di "persuasione" o "suggestione" ad intendere la nuova propaganda, basata su metodi assai sofisticati, con l'ausilio di immagini, simboli, slogan, frasi e concetti ad effetto, che fanno leva su pregiudizi, stereotipi e sulle emozioni più immediate degli individui.

Specialmente dopo la diffusione della televisione, ha preso molta forza l’ideologia propagandata tramite l’immagine.

Anche nei secoli passati erano le immagini religiose a generare condizionamento, avendo come obiettivo principale quello di indurre alla devozione religiosa, in modo tale da produrre asservimento al sistema. Ma col passar del tempo i processi di secolarizzazione hanno reso questi metodi sempre meno efficaci, rendendo necessario un cambiamento.

Oggi si utilizzano copiosamente le immagini per far accettare l’ideologia dominante, e ciò avviene in vari modi: attraverso le simbologie, le immagini politiche, la creazione di varie immagini mediatiche, ecc.
Ad esempio, attraverso le immagini si promuove un personaggio, si demonizza un “nemico”, oppure si mostra ciò che sarebbe auspicabile fare o essere. L’autorità viene mostrata come equilibrata e saggia, in uno sfondo che mette in evidenza ciò a cui essa si vuole associare: la bandiera e altri simboli del sistema. Il nemico, invece, appare come squilibrato, “strano”. Ad esempio, Bin Laden viene mostrato sempre con caratteristiche inquietanti, egli deve apparire come lo straniero da temere. Spiega il filosofo Uwe Bernhardt: “La 'messa in scena' del presidente è una 'messa in scena' idealizzata e tale idealizzazione eccede la pura funzione della rappresentazione: in essa risiede il valore 'estetico' del ritratto ufficiale… L’avversario in tempi di guerra è naturalmente ritratto in quanto avversario… egli viene presentato 'fuori luogo', senza contesto o in un contesto a lui stesso inusuale. Qualche volta, i tratti del suo viso sono messi in risalto, così da farlo apparire più strano, singolare”.(1)
Obama è stato mostrato da recente a torso nudo o in pose tenere verso la moglie e i figli, ad intendere che egli è in forma fisica e ama la sua famiglia, e ciò appare come assai positivo, in quanto si ritiene che chi ha cura di sé e della sua famiglia ha anche cura dei suoi simili.
Nel settore politico l’immagine è curata da appositi esperti, che devono far apparire il personaggio autorevole ma al contempo “familiare”. Più la sfera politica si allontana dal contesto reale, più ha bisogno di apparire familiare e vicina, per non destare sospetti e non far accorgere che essa non è a servizio dei cittadini. Questo spiega perché molti politici, pur vivendo in ambiti assai privilegiati e lontani dalle persone comuni, nel momento delle elezioni appaiono vicini agli elettori, quasi come fossero anche loro operai, impiegati o precari.
All’opposto del ritratto autorevole dei servi del sistema, troviamo l’immagine dei dissidenti, che non vengono definiti o mostrati come tali. Essi vengono mostrati come scalmanati, violenti, estremisti o diversi rispetto agli altri. Ad esempio, non si perde l’occasione per mostrare le risse durante le manifestazioni contro leggi inique o altri fatti inaccettabili. Il dissidente è trattato da nemico, e si fa in modo che egli appaia come estraneo al contesto “normale”, oppure come avente una qualche “tara” che lo spinge a protestare. Come se non vi fossero reali motivi di protesta.

I telegiornali utilizzano le immagini in modo assai sapiente, facendo intendere che occorre credere a ciò che si vede.

Quando parla di "guerre etniche", il giornalista dei Tg mostra immagini di guerriglia o fa sentire spari di mitragliatrici. Si guarda bene dal mostrare le sedi delle banche e delle corporation che hanno il controllo su quei paesi, e che sono possedute dalle persone che provocano le guerre per continuare a controllare il paese.
I mass media tendono a far accettare le guerre come fossero inevitabili, o a sostenere la propaganda che le giustifica.
Ad esempio, prima e all'inizio della guerra in Iraq furono pubblicate molte notizie che miravano a far emergere i crimini di Saddam Hussein, come l'addestramento di bambini soldato o l'esistenza di armi batteriologiche, poi risultata infondata. Prima dell'aggressione all'Iraq, i giornali di tutto il mondo dettero notizie su presunti legami fra Saddam e Al Qaeda e sull'esistenza di armi di sterminio di massa in Iraq. Ciò ha contribuito a giustificare il massacro iracheno, e dopo che si è scoperto essere tutto falso, non c'è stata alcuna ammenda da parte dei giornalisti che avevano retto il gioco alle autorità statunitensi.
In Italia giornali come “Il Corriere della sera”, “la Repubblica” e “Il Giornale”, facevano considerazioni sul possesso di armi proibite da parte di Saddam Hussein ed elencavano i crimini del regime iracheno, facendo intendere che c'erano motivi per intervenire militarmente, senza alcuna considerazione delle vittime innocenti che ci sarebbero state e senza mettere in evidenza l'interesse statunitense verso il petrolio iracheno. Venivano pubblicate immagini che ritraevano Saddam Hussein come un dittatore assai malvagio, e altre immagini che alludevano ai suoi presunti crimini.
Anche quotidiani come “L'Unità” e “La Stampa” pubblicarono articoli e immagini che tendevano a far credere in una necessità di intervento contro il governo iracheno.

Un altro esempio è quello della foto di un cormorano moribondo nel mare inquinato dal petrolio. Con questa foto Saddam Hussein fu accusato di aver inquinato il mare per tentare di fermare gli statunitensi. In realtà il petrolio era fuoriuscito da petroliere bombardate dai nordamericani [petroliere bombardate dagli americani???] e la foto del cormorano era stata scattata nel Mar del Nord anni prima, periodo in cui una petroliera era affondata. La foto era stata ripresa dall'archivio col preciso intento di creare una falsa notizia.

Altro esempio è quello del giornale spagnolo "El Paìs", che il 28 maggio 1999 riportò la foto di Milosevic con un braccio alzato, come facesse il saluto fascista. In realtà la foto era stata ritoccata: era stato tagliato l'altro braccio che avrebbe fatto capire che in realtà il presidente jugoslavo aveva entrambe le braccia in alto e stava salutando l'atterraggio di un aereo.

Le immagini ideologiche sono ampiamente usate nel cinema, nella pubblicità e nei simboli utilizzati nel settore finanziario ed economico.
Il cinema hollywoodiano, da sempre diffonde lo stereotipo positivo dell’eroe statunitense che combatte per la libertà, e porta giustizia e democrazia. In molte produzioni il nemico è disumano, primitivo e assai crudele, mentre i soldati statunitensi sono umani, coraggiosi e benevoli. Non si narrano le vicende che riguardano gli orrendi crimini commessi dalle truppe statunitensi in moltissime parti del mondo. Questi film andranno nelle sale dei cinema di moltissimi paesi del mondo, e anche se tutti sanno che si tratta di finzioni, potranno contribuire a formare pregiudizi e stereotipi errati.

Lo scopo principale delle produzioni degli Studios statunitensi, è quello di condizionare le emozioni e la mente, in modo tale da influire sui pensieri e sul comportamento.

Secondo molti studiosi, anche se lo spettatore è cosciente di vedere soltanto un film, le immagini filmiche possono produrre comunque un condizionamento. Osserva lo psicologo Pierluigi Diotaiuti: "Lo spettatore non è indifeso e abbandonato al flusso delle immagini, ma può intrecciare... la propria immaginazione con quanto gli viene presentato... il cinema, dunque, come il sogno diurno, si basa su una serie di compromessi, attraverso i quali si mira a conseguire un'armonia tra il regime dell'inconscio e quello dell'Io riflessivo e consapevole. Il piacere della visione deriverebbe, allora, non solo dalla semplice simulazione di un movimento di regressione, caratteristico del sogno, ma, allo stesso tempo, da uno specifico 'piacere fantasmatico', il quale sembra presupporre un ruolo più attivo del soggetto spettatore".(2)

[infatti molti complottisti hanno scambiato Matrix per un film biografico...]

Il cinema e la televisione stimolano la parte destra dell'emisfero cerebrale, che è la sede dell'immaginazione, dell'intuizione, dell'istinto, dell'inconscio, della creatività, dei simboli e delle immagini. La parte destra è strettamente collegata al complesso R., che produce l'immaginario visuale dei sogni o della realtà inconscia, ed è soggetto al condizionamento tramite immagini.

Le immagini mediatiche agiscono sulla parte inconscia del cervello, quella parte di cui si è poco consapevoli, e dunque gli effetti prodotti non vengono mentalizzati ma si subiscono passivamente.
La psicoanalisi ha messo in evidenza che le aree inconsce hanno effetti forti sulla realtà nella misura in cui non se ne ha consapevolezza. La terapia psicoanalitica mira a mettere in rapporto la coscienza con l'inconscio attraverso la decifrazione dei simboli onirici o presenti negli atti mancati, negli errori ecc. Dunque la terapia ha l'obiettivo di portare alla luce i significati inconsci che se rimangono tali sfuggono al controllo del soggetto e dunque possono produrre comportamenti o sintomi non desiderati. Più l'inconscio sfugge alla consapevolezza, più si è vulnerabili emotivamente.

Le tecniche di manipolazione mentale si possono valere anche di immagini come marchi, simboli, ecc. Un esempio di ciò è l’uso massiccio di simbolismi nella pubblicità, nell’economia, nella politica, ecc. Le persone comuni di solito non riflettono sulle stranezze o sulle associazioni che possono esser fatte riguardo ai marchi o ad altre immagini che ormai fanno parte della vita quotidiana, esse dunque percepiranno il messaggio in modo subconscio e ne potranno essere influenzati.
Anche oggi dunque, come in passato, l’èlite al potere fa uso massiccio dei simboli, considerando che, come diceva il filosofo Ernst Cassirer, “l’uomo è un animale simbolico”.

Oggi i pubblicitari tengono conto che almeno l'80% delle informazioni che giungono al cervello sarebbero dovute a percezioni visive. Le immagini possono stimolare efficacemente le emozioni, coinvolgendo emotivamente molto di più di quanto si potrebbe fare con le parole. Per questo motivo oggi le pubblicità puntano soprattutto alle immagini ad effetto accompagnate a brevi slogan, facili da ricordare.
E' divenuto comune l'uso del marchio e del logotipo, per stabilire un rapporto di fiducia col consumatore. L'uso del marchio risale al Medioevo, periodo in cui alcune autorità imponevano agli artigiani di apporre il loro marchio sui prodotti, in modo tale che in caso di reclami si potesse risalire al produttore. Nei secoli il marchio divenne garanzia di un prodotto, e anche chi non sapeva leggere poteva riconoscere la marca e valutare l'acquisto. Oggi i marchi sono importantissimi, e servono a far vedere chiaramente qual è la ditta produttrice. I marchi pubblicizzati vengono memorizzati e quando ci si trova al supermercato si è indotti ad acquistare un prodotto di marca piuttosto che uno non pubblicizzato, in quanto si è creato uno stato di fiducia basato semplicemente sulla familiarità creata dagli spot. In tal caso si tratta, evidentemente, di un acquisto non dovuto al senso critico e analitico del consumatore, ma ad un effetto pubblicitario.

Dunque, il gruppo dominante attuale segue quello che asseriva lo studioso Gustave Le Bon, ovvero che “una credenza religiosa o politica si fonda sulla fede, ma senza i riti e i simboli la fede non potrebbe durare”. Il potere non sa fare a meno dell’uso dei simboli.
Oggi i simboli non vengono utilizzati in modo così diretto e pomposo come facevano i nazifascisti, ma in modo assai più “soft” ma non meno efficace.
Senza accorgercene, li vediamo ovunque, in metropolitana, sugli autobus, in Tv, al bar, sulle riviste, sui prodotti di uso quotidiano, ecc.
Si trovano sui marchi, sugli oggetti, nelle pubblicità, negli stemmi, nelle etichette, e in molti altri luoghi che vediamo spesso.
I simboli più utilizzati sono le piramidi, i cerchi, simboli sessuali, il doppio cubo, le ali, l’occhio, il toro, l’aquila, il serpente, il leone, l’unicorno, il sole, le stelle e tutti i simboli di potere, di ricchezza materiale o di spiritualità.
Alcuni simboli rappresentano numeri o lettere.
Le due dita alzate simboleggerebbero il doppio 3 (le tre falangi delle due dita) ovvero il 33 che è il grado sommo della massoneria.

I “persuasori occulti” [chi sono? i creativi del marketing?] utilizzano spesso anche la parola “light”, le ali e le aureole, per far associare il prodotto a qualcosa di benefico, spirituale, che migliora e fa crescere interiormente. Ad esempio, la birra Amstel e la Coca Cola dietetica contengono la parola “light”. Come fa notare lo studioso Michael Tsarion, la parola “light” è scritta in modo elegante, e non è per dire che si tratta di una birra ipocalorica, perché questo potrebbero dirlo con la parola “magro” che è “thin” o la parola "dietetic" [infatti la Coca si chiamava Diet Coke, ma poi ha cambiano nome]. Preferiscono utilizzare una parola che ha una valenza simbolica molto forte, perché il concetto di luce è religioso, spirituale e mistico.
Quando vengono utilizzate parole apparentemente senza significato, in realtà si tratta di parole o anagrammi di termini presi da antiche lingue, di solito il greco, il latino e l’ebraico [ci mancavano gli anagrammi dell'antico ebraico...].
A volte le parole utilizzate come nome di un prodotto o di un marchio sono anagrammi volti ad indicare l’opposto rispetto al significato della parola originaria. Ad esempio, spiega Tsarion, la parola “Fila” è l’anagramma della parola “Alif” che in ebraico significa “vita”. Se viene resa al contrario, significherà l’opposto, ossia “morte”, anche se soltanto il nostro subconscio lo percepirà in tal modo [del resto il nostro subconscio conosce l'ebraico a menadito - secondo me la parola Fila in origine conteneva una G al posto della L, almeno cosi' mi suggerisce il mio subconscio].

In altri casi, vengono utilizzati temi, immagini o parole originariamente spirituali per vendere un prodotto e per agevolare un’associazione che sarà svilente rispetto all’autentica spiritualità. Si associa pace, serenità o crescita a prodotti come automobili, profumi, saponette, abiti, prodotti cosmetici, ecc.

Spiega Tsarion: “Sono sempre pronti a prometterti cose che non hai (usano) associazioni, pace della mente… associazioni con l’acqua, motivi molto nascosti. (Nelle pubblicità) stiamo guardando dei dipinti, (con simboli usati) nello stesso modo in cui li usavano gli artisti del Rinascimento, ma per contesti e significati molto diversi… questi designers usano i simboli per rendere le cose spirituali, perché è possibile rendere una cosa più spirituale, allora il tuo subconscio la interpreta come positiva e la vuole, è naturale che la voglia. Desideri quella luce, desideri quella evoluzione, vuoi arrivare a Dio, perché no? E loro lo sanno, e si mettono nel mezzo ora, anche senza essere cristiani… prendono proprio i motivi che abbiamo associato con la memoria della nostra specie, che hanno a che fare con l’elevazione dello spirito, cose che i nostri antenati usavano per venerare gli Dei, cose in cui sono stati codificati migliaia di anni del nostro venerare il sacro e del nostro rapporto con il mondo spirituale e li usano per vendere saponette, profumi e tutto il resto”.(3)

Anche le differenze sessuali sono molto sfruttate nei media, la donna è particolarmente erotizzata, e il corpo femminile viene utilizzato per pubblicizzare qualsiasi prodotto, dal cellulare all’automobile [come recita l'antico detto ebraico "tira piu' un pelo di fiLa che un carro di buoi"]. Inoltre, spesso appare la figura dell’androgino o si crea confusione fra le immagini maschile e femminile, come se si volesse mascolinizzare il corpo femminile e viceversa. D’altronde, l’estetica del corpo femminile propagandata dai media è spesso mascolinizzata, presentando un’altezza elevata, i fianchi stretti e le spalle ampie. Oppure si rappresenta lo stereotipo estremizzato di femmina e di maschio, come appare, ad esempio, nelle figure di Betty Boop o dei personaggi del wrestling. [caratteristiche sessuali evidenti -> COMPLOTTO, caratteristiche sessuali attenuate -> COMPLOTTO]

I media, le corporation e le istituzioni utilizzano spesso anche simboli di potere e ricchezza.
Gli stessi simboli utilizzati su stemmi, bandiere o per allestire sale di rappresentanza sono antichi simboli con significati di potere, ricchezza e dominio sui popoli. Ad esempio, l’aquila, che appare su moltissimi stemmi ufficiali (statunitensi, della Federazione Russa, e di molti altri paesi) richiama l’antico simbolo del segno zodiacale dello Scorpione, che presiede al potere e alla ricchezza.
I fasci, che apparivano nella simbologia fascista e appaiono oggi sulla moneta statunitense di 10 centesimi (dime) e come allestimento della sala del Senato, simboleggiano il dominio sui popoli. Il fascio rappresenta un antico simbolo, che la leggenda attribuisce alla creazione di Romolo, fondatore di Roma. Si trattava di un simbolo di potere utilizzato nella Roma antica.

Il fascio non fu utilizzato soltanto dai fascisti ma anche dai socialisti, che lo apposero al proprio simbolo, che appariva, ad esempio, nelle prime tessere del Partito Socialista Italiano. Appariva anche come simbolo delle prime Camere del Lavoro e addirittura negli stemmi dei vari gruppi marxisti o anarchici. In altre parole, anche queste formazioni politiche erano spesso create e finanziate dagli stessi gruppi di potere, che sceglievano i simboli da apporre su bandiere, stemmi, ecc.





Il fascio littorio simboleggiava il potere dell’autorità, e veniva rappresentato come un fascio di verghe di olmo o betulla strettamente legate da nastri e con in cima una scure. Le verghe erano simbolo del popolo, il nastro simboleggiava il potere, che doveva limitare e immobilizzare, dotato di armi. Insieme all’aquila, il fascio rappresenta il potere assoluto delle autorità in carica.
Entrambi i simboli sono utilizzati oggi dalle autorità statunitensi.

Tsarion fa osservare che la base del potere attuale consiste nell’alimentare gli aspetti inferiori dell’esistenza abbassando la qualità della vita, e nel mostrare il mondo come fatto sempre di opposizioni e divisioni (destra contro sinistra, cristiano contro musulmano, Lazio contro Roma, ricco contro povero, maschio contro femmina, cittadino contro extracomunitario, ecc.).
Per capire meglio questi inganni si dovrebbe recuperare il significato dei simboli, e comprendere come essi vengono utilizzati per condizionarci. I simboli utilizzati dai media possono produrre diversi effettii. Esistono tecniche che incoraggiano associazioni false e nocive, ad esempio, l’acquisto di un oggetto con la felicità, il benessere fisico con un cibo non sano, ecc.
Vivendo in un sistema basato sull’inganno, sempre meno persone avvertono le conseguenze negative che ci saranno nel fare associazioni errate, ovvero, ad esempio, nel pensare che con l’acquisto di un prodotto materiale si possa avere crescita emotiva, realizzazione o felicità. Le associazioni errate e i simbolismi del potere espongono, specie i più giovani, al rischio di diventare insicuri, credendo che dall’esterno – da un oggetto alla moda, da un cibo o da un prodotto tecnologico – deriverà quella fiducia in se stessi e quella spinta all’autorealizzazione che soltanto un processo di autoconsapevolezza e di dedizione sociale e culturale potrebbero dare.



Copyright © 2009 - all rights reserved.
Tutti i diritti sono riservati. Per richiedere la riproduzione dell'articolo scrivere all'indirizzo e-mail giadamd@libero.it


NOTE

1) Aa. Vv., “Filosofia dell’arte”, n. 2, 2002.
2) Oneroso Fiorangela e Pierluigi Diotaiuti, "La funzione regressiva delle immagini filmiche e delle immagini oniriche", in Rosella Tomassoni (a cura di), La psicologia delle arti oggi, Edizioni Franco Angeli, Milano 2002, pp. 83-84.
3) Conferenza di Michael Tsarion, http://www.youtube.com/watch?v=Nw3q1z6dlDI&feature=related

10 comments:

  1. Primo !

    Ricordarsi che al prossimo reboot di matrix a questa bisogna cancellare parte della memoria, comincia a sapere troppe cose

    *musichetta di suspance*

    ReplyDelete
  2. Hm, visto che siamo in argomento, ora faccio passare la circolare, ma intanto vi avviso:

    Il prossimo reboot della Matrix è mercoledì 8 aprile alle 21. Al solito, le cartelle di commessa verranno backuppate subito prima, ma l'IT declina ogni responsabilità sulle eventuali cartelle personali, quindi se avete salvato roba vostra sui server aziendali NWO siete pregati di salvarvela per tempo, non come al solito che poi il mattino dopo mi chiamate disperati per sapere dove sono finiti i vostri file del mulo... Poi, visto che l'esperienza insegna: il backup alle 21 vuol dire che alle 20, 20:30 max disconnetteremo tutte le utenze loggate, quindi se avete in mente di fare straordinari siete pregati di tenerene conto. Anche qua, non fate come al solito che mi chiamate perchè non avevate salvato il bilancio annuale...

    Come? Questo dovrebbe essere il posto per commentare il del...ehm, l'articolo della Randazzo? Troppo lungo e noioso, non l'ho finito.

    Mi pareva di ricordare che diversi giornali italiani, inclusi Repubblica e Corriere, avessero avanzato seri dubbi sulle WMD in possesso dell'Iraq e sui presunti legami tra Saddam Hussein e Al Quaida, ma sicuramente è anche questo dovuto a un reboot della Matrix o a una sparaflashata dei MIB...

    ReplyDelete
  3. La Cypher denoartri ha detto:
    Oggi si utilizzano copiosamente le immagini per far accettare l’ideologia dominante

    Dillo a noi che ci sciroppiamo quelle tarocche di marshnein

    ReplyDelete
  4. stavo pensando che la prima parte è fatta quasi per intero di ovvietà. la seconda è composta quasi interamente di minkiate. nella prima parte, quello che non è ovvio, trattasi di minkiata. nella seconda parte, quello che non è minkiata è ovvio.
    tipica tecnica di mescolare banali ovvietà a cazzate campate per aria per dare un senso di credibilità e di "scontatezza" alle seconde.

    ah, per puro caso ho in tasca un dime portafortuna che un amico mi ha portato a casa dal suo viaggio di nozze negli states (braccini corti...). il fascio di cui parla sopra ha quella cosa chiamata fiamma che lo fa sembrare abbastanza una torcia. ma solo sembrare, eh...

    @nico: ma se per tirare acqua al loro mulino prendono qualsiasi immagine e ne tirano fuori del simbolismo che gli regga il gioco? pensati che, a proposito di mulini, qualcuno spacciava lo stemma dei "molin" o "dal molin" di venezia per la prova dell'esistenza di atlantide, perchè quella ruota del mulino era troppo simile alla struttura a cerchi concentrici del continente scomparso...

    ReplyDelete
  5. Che sbrodolata illeggibile...

    Per la serie: "se non avete niente da dire siate prolissi"

    ReplyDelete
  6. [come recita l'antico detto ebraico "tira piu' un pelo di fiLa che un carro di buoi"].

    ROTFL :)

    ReplyDelete
  7. da che pulpito viene la predica

    ciancia tanto di combattere la massoneria e poi ti struscia le stronzate di michael tsarion

    randazzo si informi bene prima di fare tanti discorsi pieni d'aria per apparire più intelligente, michael tsarion è un rosacroce e un occultista

    quanto al discorso sui film, beh si informi randazzo, michael tsarion è un collaboratore del film spazzatura zeitgeist

    signora randazzo, studi prima di dire randazzate

    ReplyDelete
  8. Ehi, smettetela di dire randazzate sulla Randazzo di 'sto randazzo, vergogna!

    la tigre della malora di 'sto randazzo

    ReplyDelete
  9. Sono andato a vedere su wikipedia
    (quella in lingua inglese) cosa fosse
    questo film "zeitgeist". Fuffa complottista allo stato puro, tra l'altro con tesi riciclate. Almeno fossero originai !
    Comunque e' triste vedere come tanta gente si beva queste minchiate !!!

    ReplyDelete
  10. a Starker, trovati un lavoro vero va, non mi andava di leggere l'articolo perchè tanto già so che è pieno delle sue cagate, sue, o di chi per lui... sisi, come no,i chip sottocutanei, i microcomputer lanciati dall'alto grazie alle scie chimiche... COME NO ! ora Starky, perchè non torni a leggere i fumetti e lasci in pace le nostre povere palle ?

    ReplyDelete