L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

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Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

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Monday, June 21, 2010

Scie chimiche: qualcuno fa strani esperimenti nei cieli?

http://www.oggi.it/focus/06-2010/mistero-scie-chimiche-verita-o-leggenda-20455931226.shtml

14.06.2010

Scie chimiche: qualcuno fa strani esperimenti nei cieli?

1 di 7La scia impressa nel cielo da  un aereo.

La scia impressa nel cielo da un aereo.

Milano, giugno

Mentre le polveri del vulcano islandese Eyjafjallajökull si disperdono, quasi dimenticate dall’opinione pubblica, lassù, a svariati chilometri dalla superficie terrestre, altre sostanze lasciano il proprio marchio. Appaiono e scompaiono, in diverse zone del globo, ma non provengono dalle viscere del pianeta: verrebbero riversate nell’atmosfera da fantomatici «aerei militari» (così denunciano i gruppi di «sorveglianza» disseminati negli Stati Uniti, e pure in Italia). Per scopi nient’affatto chiari. Esiste un’etichetta precisa per definire il singolare fenomeno: scie chimiche. Una realtà dai contorni ancora così «misteriosi» che il giornalista ed ex parlamentare europeo Giulietto Chiesa non ha esitato a chiedere che si avviassero indagini ad hoc sul tema. Ma risposte soddisfacenti non sono mai emerse. «Prima che arrivassi io al Parlamento europeo», dice Chiesa, «una Commissione d’inchiesta si era occupata del tema: la risoluzione finale certifica l’esistenza delle scie, ma anche la potenziale pericolosità, e definisce il carattere militare delle sperimentazioni. Tuttavia, non è stato chiarito l’obiettivo di simili test e, soprattutto, il tipo di materiale emesso nei cieli».

PROPRIO COME UN “X-FILE”

Ma entriamo nel merito: che cosa diamine sono queste scie chimiche? Strisce bianche più o meno marcate, che graffiano il cielo in diverse direzioni. Nella grande maggioranza dei casi sono coinvolte le classiche scie di condensa, prodotte dai motori degli aerei, per effetto della bassissima temperatura (si toccano i meno 40 gradi) che rende solide le gocce di vapore. «Ma in altre evenienze, come nelle province di Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini», interviene Sandro Brandolini, deputato del Partito democratico, «sono state notate scie gelatinose che formavano strani e inconsueti disegni, rilasciate da aerei militari non meglio identificati a bassa quota, visibili con i normali cannocchiali». Così, su richiesta di un gruppo di cittadini, Brandolini ha presentato tre interrogazioni parlamentari e ha inviato anche una lettera al presidente Giorgio Napolitano su questi temi, ricevendo una «risposta» qualche settimana fa: la Presidenza della Repubblica non nega di per sé il fenomeno, ma si scusa perché non può intervenire su affari di competenza del ministero della Difesa. E proprio di recente il «giallo» ha conosciuto un’ulteriore, inspiegabile complicazione. La trasmissione di Italia 1 Mistero ha dedicato un lungo reportage allo spinoso argomento. Ma dal fisico Corrado Penna, una delle voci interpellate dal programma tv, giunge oggi una denuncia.

L’INTERVISTA TAGLIATA

«Avevo parlato a lungo delle prove dell’esistenza delle scie chimiche», spiega il ricercatore, «a partire dall’assoluta irregolarità del traffico aereo: il cielo, a volte, vira dall’azzurro al bianco nel giro di due ore per il passaggio di decine di aerei con scia. Inoltre, spesso, è possibile distinguere nettamente la sagoma di velivoli che non possono essere quelli adibiti al trasporto dei passeggeri: gli aerei di linea, infatti, volano attorno ai 10 km di altezza e per questo non si vedono praticamente mai (a parte nelle fasi di decollo o di atterraggio). Ebbene, l’intervista mancava proprio di questa parte centrale». Dunque, la domanda clou è: ma queste «strie» sono realtà o illusione collettiva? «Studiosi indipendenti del Consiglio nazionale delle ricerche», dice ancora Brandolini, «nel 2005 hanno rilevato, prelevando campioni di pioggia, in concomitanza con la comparsa di queste scie, una concentrazione sopra la norma di sostanze chimiche come quarzo, ossido di titanio, alluminio, sali di bario. Eppure alla mia richiesta di chiarimento, il Ministero ha negato l’esistenza delle scie».

PARERI DISCORDANTI

Anche il meteorologo tedesco Karsten Brandt, intervistato dall’emittente televisiva Rtl, ha dichiarato due anni fa di aver scoperto, attraverso verifiche e rilievi sulle formazioni nuvolose rilasciate da velivoli militari, che le scie contenevano tonnellate di polveri finissime, a base di frammenti di alluminio. Queste sostanze, secondo lo studioso, servivano per confondere i radar. Teorie che vengono osteggiate da tanti altri studiosi e ricercatori (e dal personale militare). Per esempio, il fisico dell’atmosfera Guido Visconti, dell’Università dell’Aquila, o Sandro Fuzzi, dell’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima, del Cnr di Bologna, parlano di «bufala costruita ad arte da parte dei media e di certe organizzazioni, per trovare un argomento di conversazione che possa suscitare interesse e curiosità». «Chi indica come scie chimiche le scie “a reticolato”, o quelle che si dissolvono assai lentamente», commenta Marco Bosio, colonnello medico dell’Aeronautica militare, «non considera che il comportamento delle normali strie di condensa muta parecchio a seconda della quota, delle correnti e delle condizioni atmosferiche». Eppure le segnalazioni si susseguono. «Io stesso ho assistito a un fenomeno strano», racconta Giulietto Chiesa. «Sul cielo di Bruxelles, una mattina, ho visto una ventina di strisce lattiginose formare un reticolato regolare. Nessuno ha saputo dimostrarmi che si trattasse di segni lasciati dai voli di linea. Di più: questi aerei non sono stati nemmeno rilevati da sistemi quali l’Eurocontrol, che monitora il traffico civile aereo». Ma perché diffondere nubi di sostanze più o meno tossiche? Le spiegazioni non ufficiali (e non verificate) parlano di test per potenziare le comunicazioni militari, oppure, come affermano i «complottisti», per alterare il clima. «Potrebbe trattarsi», è il parere di Rosario Marcianò, che è autore del libro Scie chimiche - La verità nascosta, «di tentativi per ampliare il raggio d’azione delle onde radio, che verrebbero riflesse e rilanciate oltre l’orizzone dal materiale contenuto nelle scie chimiche».

OSCURE TRAME

Molti indizi porterebbero a Gakona, in Alaska, dove hanno sede laboratori top secret che sondano gli strati atmosferici tramite l’emissione di onde radio. È il progetto militare Haarp (che sta per «Programma di ricerca aurorale attivo ad alta frequenza»): 180 piloni d’alluminio alti 22 metri provvisti di sfilze d’antenne. Scopo ufficiale dell’installazione: studiare la ionosfera per ottimizzare le telecomunicazioni. «Non posso escludere che qualcuno in giro per il mondo conduca esperimenti più o meno autorizzati, immettendo sostanze nell’atmosfera», spiega il professor Vincenzo Levizzani, dirigente di ricerca presso l’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima di Bologna. «Nessuno lo può escludere, a meno che non si abbia accesso a tutta la documentazione. Impresa francamente ardua...».

PIOGGIA A COMANDO

«In realtà, la maggior parte delle volte che si avvistano scie anomale, si tratta di aerei che effettuano prove di ghiacciamento delle ali». Un aereo vola davanti a un altro e sparge acqua liquida (è il termine tecnico), che a contatto con le ali del secondo velivolo si solidifica. Serve per studiare il ghiacciamento in volo, uno dei fattori di rischio più critici per gli aerei. Esistono anche altri tipi di scie. «In Sudafrica, Stati Uniti, Israele e anche in Italia sono stati condotti esperimenti per modificare artificialmente il tempo: aerei speciali rilasciano nelle nubi un sale inerte, lo ioduro d’argento. Le molecole d’acqua si organizzano sulla superficie del sale, favorendo la produzione di pioggia o grandine». Ma questi sali sono nocivi per l’uomo e l’ambiente? «Se si sparge in quantità elevate in atmosfera», conclude Levizzani, «lo ioduro d’argento entra nel ciclo delle precipitazioni e giunge a terra. Essendo un materiale artificiale, non è salutare per gli organismi viventi, benché resti un sale inerte».

ALLA RICERCA DELLA VERITÀ

«Si praticano test», spiega Massimo Santacroce dell’Istituto di Chimica biologica G. Esposito di Milano, «anche per arginare le precipitazioni». È accaduto a Mosca, nel 2007, per le celebrazioni del 9 maggio, Festa della Vittoria: 12 aerei hanno diffuso un mix chimico sulla Piazza Rossa. «Conteneva metalli pesanti come il bario, che ha capacità igroscopica, e permette di non far piovere». Insomma, dove abita la verità? «Finché la magistratura non si deciderà a investire fondi ed energie necessarie per svolgere un’indagine accurata», conclude Chiesa, «vivremo nel sospetto che qualcuno stia compiendo esperimenti più o meno autorizzati sulle nostre teste. E, forse, a scapito della salute».

Gaia Passerini

La “polvere” può lasciare il marchio sulla pelle?

A veva due anni, Drew, quando mamma Mary notò quella specie di herpes sul suo labbro. La ferita non voleva saperne di guarire. E Mary Leitao, che prima di diventare madre vestiva il camice della biologa al Massachusetts General Hospital di Boston, decise di osservare la «cosa» più da vicino. Microscopio, frammento di cute, e gli occhi della donna scoprirono... l’impossibile. «Vedevo fibre. Masse di filamenti: rossi e blu!». Che brillavano se esposti alla luce ultravioletta.

Rebus scientifico. Era il 2001: l’inizio di una controversa odissea nella scienza medica, che ha segnato la nascita di un nuovo morbo, la sindrome di Morgellons. Un’etichetta coniata dalla stessa Leitao, pescando il termine da un testo francese del 1690, in cui venivano descritti i casi di alcuni bimbi, nella regione della Linguadoca, che mostravano sulla schiena la crescita di aberranti e spessi peli. L’incertezza regna sovrana. E in questa totale indefinitezza, c’è chi punta il dito accusatore e sentenzia: ecco la conseguenza tangibile delle scie chimiche! Insomma: sarebbero le polveri chimiche (le «nano-fibre») disperse nel cielo che, planando a terra, finiscono per inquinare le nostre cellule. Che si tratti di una neonata e inquietante realtà medicale lo testimonia la famosa Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota, che conferma l’arcana patologia dedicandole tanto di scheda tecnica.

I disturbi. Ecco segni e sintomi: macchie rosse sulla pelle e vescicole che possono causare intenso prurito; sensazione che «qualcosa» serpeggi sotto la superficie cutanea; presenza di granuli nerastri e di materiale filamentoso sulla cute e nel suo spessore; fiacca; dolori alle giunture; «vuoti» di memoria e incapacità a concentrarsi.

Ricerche in corso. Si dice che questi disturbi siano rintracciabili anche in altre note situazioni: dalla malattia di Lyme (causata dalla puntura di una zecca) alle disfunzioni del fegato o dei reni, dalla schizofrenia all’abuso di alcol. E si tira in ballo pure il disagio psichico (con autolesionismo e convinzione delirante di essere infestati dai parassiti). Ma persino i mitici Cdc di Atlanta, i Centers for Disease Control and Prevention, hanno avviato una ricerca e istituito un sito Internet.

Il dermatologo. Il professor Torello Lotti è presidente della Sidemast, la Società italiana di dermatologia medica, e consulente nostrano per la Mayo Clinic. Dice: «L’affezione ricorda la dermatite da fibre di vetro. E non è escluso che molti “Morgellons” possano essere stati così classificati... Succede che certi tipi di pelle risultano più vulnerabili a queste particelle artificiali, e non sono in grado di liberarsene: nella cute esplode allora una sorta di rigetto, che attiva il rilascio di citochine, molecole che orchestrano l’infiammazione locale ma anche le reazioni generali, come la stanchezza e le dolenzie articolari». C’è merce a sufficienza per scriverci un medical thriller.

Edoardo Rosati

17 comments:

  1. Oggi, nota rivista scientifica apprezzata in tutto il mondo accademico e non.

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  2. Oggi la rivista che para cazzate sulle scie comiche e non caga nemmeno di striscio rosario truffatore marcianò e corrado laurea comprata penna

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  3. Ca$$o, siamo stati scoperti!

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  4. Bhe, il posto giusto per questo tipo di "giornalismo scientifico".

    ahahahahahahah

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  5. E ieri? Niente??

    Volete dire che il minchia-team e lo scienziato marcio non sono stati nemmeno nominati una volta?

    Però, bella impressione che hanno lasciato in quel di "Mistero" ahahahah

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  6. A proposito di serio giornalismo:

    giulia ha detto...
    Sempre a proposito dell'immane disastro del Golfo, segnalo uno dei più completi articoli (responsabili, motivazioni, implicazioni) che mi sia capitato di leggere finora, qui:

    http://www.examiner.com/x-2912-Seattle-Exopolitics-Examiner~y2010m6d13-Evidence-BP-oil-spill-is-disaster-capitalism-by-criminal-elite-to-depopulate-and-stop-ET-disclosure

    21 giugno, 2010 13:07


    Tanto per capire l'infimo livello dei frequentatori di TE.

    ilpeyote basta il titolo

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  7. Si, basta il titolo :D

    Comunque non disprezziamo troppo quel settimanale.
    Puo' sempre fare la fine di Le Ore e regalarci rari momenti di gioia :D

    Saluti
    Michele

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  8. "Scie chimiche: qualcuno fa strani esperimenti nei cieli?"

    NO!!

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  9. yhawwww che noia ..... se pubblicheranno un articolo che dia le prove inconfutabili di quanto sostengono i complottisti su Nature o Science ... mi cospargerò il capo di cenere e farò ammenda

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  10. non vedo l'ora che il tutto sia trattao in modo serio con tanto di analisi alla mano ....davvero.. non vedo l'ora

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  11. lollo ha detto...
    Ci risiamo...
    a Roma solita giornata con cielo coperto e continuo rumore di sottofondo dei sorvoli, con pioggia che inizia e si interrompe con frequenza ripetitiva.

    Credo che stiano cercando di disgregare un fronte senza successo.

    Straker, vorrei che guardassi la foto a questo link:
    http://www.airliners.net/photo/Boeing/Boeing-777-240-LR/0855967/L/

    Un mio amico militare, mi ha riferito essere l'interno di un prototipo di Boeing 777 successivamente usato, insieme ad altri esemplari, per le irrorazioni correlate alle sperimentazioni climatiche.

    Ne sai qualcosa in più?


    21 giugno, 2010 13:45

    Straker ha detto...
    Quella foto mostra i vani per i bagagli a mano e quindi, secondo il mio parere, mostra l'interno di un velivolo attrezzato per le irrorazioni dopo essere stato dismesso.

    In altri casi si trovano molte foto del tutto simili, tranne per il dettaglio non irrilevante di non evidenziare la presenza dei vani suddetti. In questi casi si tratta di velivoli attrezzati per i tests di volo per prototipi che in futuro verranno venduti per il volo civile.

    21 giugno, 2010 14:13


    Di seguito la traduzione:

    lollo: mi sono inventato che mio cuggino m'ha raccontato una cazzata sulla famosa foto dei test di volo

    'o comandante clusò: quella foto è originale, non è taroccata da me, quindi posso inventarmi per l'ennesima volta una cazzata ancor più grossa.

    ilpeyote sottotitoli

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  12. Visto ch la foto in questione è con copyright con tanto di nome e cognome di chi l'ha fatta basta chiedere a lui la funzione di quell' aereo senza stare ad inventarsi nulla certo è più bello fantasticare

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  13. Gaia Passerini è recidiva: leggete queste vaccate del gennaio 2008 http://mag-magazine.blogspot.com/2008/01/fenomeni.html

    ilpeyote passerotto

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  14. una cretina integrale, perfetto prototipo di giornalista non ho idea di quello di cui sto parlando ma siccome ho una penna in mano ora provo riempire un po di pagine con le prime cazzate che mi vengono in mente

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  15. bè l'articolo di oggi ha ricevuto diversi commenti direttamente sul sito...

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  16. "bè l'articolo di oggi ha ricevuto diversi commenti direttamente sul sito... "

    Si e penso che in realtà siano molti di più quelli effettivi: il mio per esempio non è stato pubblicato, quindi commenti liberi sta pippa!

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